Sì, lo so, adesso nel mondo si parla inglese. E Agrifree non fa eccezione.
Ma a ben vedere, in quel nome ce n’è di storia!
Di chi vede il campo (ager dicevano i latini) come un amico (friend dicono gli inglesi), e come un amico lo si vuole libero (free).
Una storia che viene da lontano. Che solo il grande fiume sa raccontare. Perché siamo nel pieno del suo Delta, nei terreni alle foci, dove il grano è stato coltivano da generazioni, passato di mano in mano.
Qui, in mezzo ai campi d’la Mea, dove ora vedete moderni capannoni e antiche strutture rimesse a nuovo, batte un cuore antico.
Qui c’erano le stalle, la casa del custode. Le case, tanti bambini da piantarci una scuola. Qui io ero la maestra. Dovevo insegnare a dire le cose, a scriverle in parole. Ma quanto ho imparato anch’io: i gesti degli uomini al lavoro, il volto delle stagioni, il rispetto della terra, la vita degli animali e delle piante. Una storia antica, che ora si proietta nel futuro.
Quella scuola non c’è più. Ma la sua eredità è viva. Siamo alla quarta generazione, quella di Agrifree, quella di mia nipote Giorgia, di Nicola suo cognato. Grazie a loro questa storia può continuare .